lunedì 16 agosto 2010

ROY PACI: L'INTERVISTA DI RICKY RUSSO


Questa sera, alle 21, in piazza Unità (ingresso libero), nell’ambito della rassegna musicale Serestate, si esibiranno gli inglesi Morcheeba.

La band guidata dai fratelli Godfrey (Paul: beats, arrangiamenti, basi e DJ. Ross: chitarra e tastiere) e dalla cantante Skye Edwards (ritornata in formazione, dopo una breve carriera solista), propone una miscela esotica di pop, soul, trip-hop, elettronica.

Dal 1996 ad oggi, i Morcheeba hanno venduto milioni di copie e piazzato alcuni singoli di successo, come «Rome Wasn’t Built In A Day». A Trieste presentano il loro nuovo album, fresco di stampa: «Blood Like Lemonade» (Pias Recordings).

Domani sera (sempre in piazza Unità, ingresso gratuito) ci sarà un altro appuntamento live di grande richiamo con il siciliano Roy Paci (trombettista, cantante, compositore, arrangiatore, musicista poliedrico), accompagnato dagli Aretuska di Siracusa (Stefano “Anansi” Bannò – mc vocal; Michele “Mike” Minerva – basso; Marco “Skalabrino” Calabrese – tastiere, piano e cori; Emanuele “ManoFunk” Pagliara – chitarre e cori; Alessandro “Jah Sazzah” Azzaro – batteria e percussioni; Gaetano Santoro – sax, Massimo Marcer – tromba; Giorgio Giovannini – trombone; Itaiata De Sa – percussioni).

Roy Paci & Aretuska (conosciuti anche da un pubblico nazional-popolare per essere stati la band dello show televisivo Zelig) hanno appena pubblicato una nuova raccolta di canzoni inedite: «Latinista» (Etnagigante Ingegni/Universal), un CD concepito in Brasile, che mescola rock, ska, soul, funk, melodia mediterranea e atmosfere sudamericane.

«Il nuovo album con gli Aretuska è un omaggio a “Sandinista!” dei Clash, mitico triplo LP della band inglese, che uscì nel 1980» racconta Roy Paci. Che prosegue: «Quel lavoro segnò una svolta nella musica a livello mondiale, fu l’atto di nascita della cosidetta “Patchanka”, insomma un riferimento per tutti quelli che, come me, uniscono stili musicali diversi. Il mio “Latinista” esce a 30 anni da “Sandinista!”, e nel trentesimo anno della mia carriera artistica».

Come sono stati i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo?

«Il mio primo disco risale al 1981, avevo 11 anni, fu un vinile di una cantante jazz siciliana. Sono stato sin dagli inizi molto determinato e convinto, la musica mi coinvolgeva completamente. Ho vissuto una gavetta lunghissima, quasi 20 anni, e ho dovuto faticare il doppio, perché sono cresciuto in Sicilia, ad Augusta, lontano dai centri musicali che contano».

Il suo lancio a livello internazionale è avvenuto con Manu Chao…

«Manu non mi ha insegnato grandi cose musicalmente, ma ha sicuramente contribuito a farmi capire da leader cosa significa essere umili, anche un po’ antidivi, mostrandomi quanto sia importante fare cose concrete ogni giorno, in ogni concerto e momento in cui si sta a contatto con la gente».

A proposito di collaborazioni prestigiose: ha dato un contributo all’ex Faith No More Mike Patton, per Mondo Cane, e nell’ultimo album «Latinista» ci sono Jovanotti («Bonjour Bahia»), Caparezza («No Stress») e Eugene Hutz dei Gogol Bordello («Il Segreto»).

«Mike Patton aveva collaborato con me all’interno di un mio side project di avant jazz: Corleone. È stato bello incontrarlo nel progetto Mondo Cane, abbiamo fatto un tour con un organico orchestrale davvero notevole. Caparezza è un amico da sempre, mi ha aiutato a “italianizzare” una versione di un pezzo che avevo già scritto in spagnolo. Jovanotti l’ho tirato in ballo perché esperto di Tropicalismo. Non mi convinceva la prima stesura del testo di “Bonjour Bahia”, così Lorenzo mi ha dato una mano a riscriverlo, e ha trovato delle parole che ho amato e sposato subito. Eugene Hutz è un fuori di testa, amico di scorribande, follie e rock’n’roll. Ci conosciamo da 10 anni, abbiamo suonato assieme, fatto tanto casino. In “Latinista” c’è questo nostro duetto abbastanza fuori dagli schemi, un brano divertente».

Oltre ad essere il “Difensore dell’Allegria”, Roy Paci è un artista impegnato nel sociale. Sostiene Emergency, Amref, Amnesty, Rita Borsellino, Giovanni Impastato…

«Lo faccio in maniera molto naturale, perché secondo me la musica senza l’impegno sociale non avrebbe il senso di esistere. E poi mi fa bene all’anima, mi fa sperare in un futuro migliore».

Che ricordo ha del dj triestino, scomparso prematuramente, Luca “Ixis” Kirchmayr?

«Conoscevo la coppia Ixis&Steve da tempo e devo dire che è stata una grande mancanza quella di Ixis. Ricordo la sua umiltà, simpatia, “giggioneria”, è stata un persona davvero speciale».

Ricky Russo, Il Piccolo 13.08.2010


2 commenti:

  1. I miei complimenti a Richy Russo per l'intervista ma soprattutto un grazie infinito a Roy e Giorgio Giovannini musicisti che ho avuto modo di conoscere e suonare personalmente che stimo molto assieme a tutta la Band.Un arrivederci al 26 agosto...trombettista e DJVictorBUZZ

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