martedì 30 novembre 2010

THE RUSSOS, IL PICCOLO RUBRICA DISCHI 29.11.10


RECENSIONI DISCHI 29/11/10
DI ELISA E RICKY RUSSO

Artista: Massimo Volume
Titolo: «Cattive Abitudini»
Etichetta: La Tempesta Dischi

«Cattive Abitudini» è l’album del ritorno dei Massimo Volume, a distanza di 11 anni dall’ultimo cd ufficiale (nel mezzo: una rottura che sembrava insanabile, fino alla reunion per alcuni live nel 2008). Rieccoli qui, come fratelli di sangue che nonostante tutto non possono stare separati. Il nucleo è pressoché quello originario: Emidio Clementi (voce e basso), Vittoria Burattini (batteria), Egle Sommacal (chitarra) con l’innesto di Stefano Pilia (chitarra). Anche la ricetta musicale non si discosta dalle origini: un robusto post-rock che incontra la letteratura grazie ai testi scritti e recitati da Mimì Clementi. Il percorso della band è raccontato nel libro scritto da Andrea Pomini “Tutto qui – La storia dei Massimo Volume” appena uscito per Arcana. «Cattive Abitudini», registrato in presa diretta in una villa sull’argine del Po, utilizzando solo macchine analogiche, è tutt’altro che un’operazione nostalgica, al contrario è uno dei lavori più ispirati e convincenti del gruppo nato negli anni 90 nella fertile Bologna del Dams e dei centri sociali come l’Isola nel Kantiere. Esce per la Tempesta Dischi, che negli ultimi anni sta raggruppando le proposte più interessanti e vivaci del panorama della musica italiana “indipendente”. I Massimo Volume sono sempre stati unici ed inimitabili, il loro marchio di fabbrica è il (non) cantato/ recitato di Clementi. Declamatore, autore di libri, poeta del quotidiano. Afferma: “Un disco prende sempre la sua strada. Per quanti sforzi si possano fare per renderlo un abito che ci calzi bene addosso -il nostro abito- il risultato non è mai quello che ci si aspettava. La musica e le parole prendono il sopravvento sulle intenzioni, seguono una strada tutta loro, affascinante e rischiosa, lasciandoci ogni volta nel dubbio che ciò che siamo riusciti a dire fosse ciò che avevamo da dire”. Un disco popolato: di personaggi, di citazioni, di luoghi. Ad esempio Faust’O nel brano “Fausto”: “scuoti i tuoi angeli drogati Fausto
stasera ce ne andremo in giro
per le vie del centro
allegri come vecchi bonzi ubriachi
consapevoli che il peso del mondo è un peso d’amore
troppo puro da sopportare” con un omaggio a Ginsberg: “ho visto le menti migliori della mia generazione
mendicare una presenza al varietà del sabato sera”. Ossessionato dal tempo (“Le nostre ore contate”), attaccato al presente, è un disco che ha fretta, anche nei suoi momenti più dilatati. Il paesaggio che crea è un paesaggio mosso, urbano e domestico, di grandi spazi ed esili coatti: il nostro monotono sublime come scrive Lowell. “Chi l’avrebbe mai detto 
di ritrovarci qui,
giugno 2010
in un pomeriggio
di pioggia e di sole
seduti di fronte 
alle nostre parole?”, recita il brano d’apertura “Robert Lowell” dedicato al poeta americano, fondatore della Poesia Confessionale.



 La critica l’ha già definito “uno dei dischi più ambiziosi ed imponenti della Storia dell’hip hop”: «My Beautiful Dark Twisted Fantasy» (Roc-A-Fella Records/Def Jam) di Kanye West marchia a fuoco la stagione musicale 2010, e svetta nelle classifiche degli album più venduti (anche in Italia è entrato nella Top Ten).
Nella versione deluxe del cd è incluso «Runaway», un film di 35 minuti (si può vedere anche su YouTube), una sorta di musical sviluppato sulla base dell’omonimo brano. Il cortometraggio è diretto ed interpretato dallo stesso rapper di Atlanta, che dice di essersi ispirato per il suo debutto cinematografico a registi come Federico Fellini e Stanley Kubrick.
Musicalmente, dopo il mezzo passo falso nel 2008 con «808’s & Heartbreak» (caratterizzato dall’abuso dell’auto-tune, software che permette di creare particolari effetti di distorsione sulla voce), Kanye West ritorna al livello qualitativo della “trilogia della scuola”, che lo ha reso celebre e lanciato come uno dei personaggi più influenti sulla scena pop mondiale (14 Grammy Awards nella sua carriera): «The College Dropout» del 2004, «Late Registration» del 2005 e «Graduation» del 2007.
La quinta fatica discografica di West per diversi motivi è assolutamente pirotecnica e monumentale: innanzitutto per gli studi utilizzati (l’Avex di Honolulu, il Glenwood in California e i mitici Electric Lady Studios di New York); poi per il cast stellare coinvolto (Alicia Keys, Kid Cudi, John Legend, Drake, Rihanna, Gil Scott-Heron, Bon Iver, Elton John, Jay Z, Rick Ross, Pusha T, Nicki Minaj…); per i produttori che hanno forgiato le complesse trame sonore (un nome di spicco sicuramente è RZA del Wu-Tang Clan); per i campioni selezionati (di tutto e di più: Mike Oldfield, King Crimson, Smokey Robinson, Black Sabbath, Aphex Twin, Manu Dibango…); per la durata totale dell’opera (70 minuti, che scorrono molto piacevolmente); ed infine per il lavoro di un artista come George Condo sull’artwork del disco (una prima versione della copertina è stata subito censurata, ora circola il dipinto di una ballerina che fa un brindisi).

Artista: Cee-Lo Green
Titolo: «The Lady Killer»
Etichetta: Warner Bros./Elektra
Dopo i successi planetari firmati Gnarls Barkley (il progetto pop/soul condiviso con il produttore Danger Mouse, quelli di «Crazy» per intenderci…) e numerose collaborazioni in ambito hip hop (Outkast, Timbaland, Neptunes, Ludacris, T.I., Dj Premier…), il terzo album da solista manda Cee-Lo Green completamente in orbita. Il corpulento cantante di Atlanta, ex Goodie Mob, è ormai una vera “Soul Machine” ed il suo ultimo «The Lady Killer» aggiorna i classici della black music al 2010: stile Motown, Stax, Philly Sound, ma anche una spruzzatina di 80’s. Un atto d’«Amore Supremo». Canzoni (inedite) che riscaldano il cuore, eleganti ed ironiche, con un approccio retrò, ma con una piena consapevolezza dei tempi in cui viviamo. Cee-Lo Green, all’anagrafe Thomas DeCarlo Callaway, canta divinamente e compete, per qualità ed efficacia, con i suoi maestri dichiarati: Jackie Wilson, Al Green, Barry White, Earth, Wind and Fire. Il primo singolo/video, dal titolo esplicito «Fuck You!», sta spopolando.



Artista: Dargen D’Amico
Titolo: «D’ (parte prima e seconda)»
Etichetta: mp3 iTunes
Dal libro di Christian Zingales "Battiato On The Beach" (Arcana): "Dargen D'Amico, uno dei più grandi talenti emersi in Italia negli anni Zero, con una scrittura folle e visionaria, capace di andare ben oltre i confini dell'hip hop, una sorta di cantastorie del 2000". Fabri Fibra ha dichiarato: "Il migliore a scrivere in Italia adesso è Dargen D'Amico". Morgan e Sabina Guzzanti lo adorano. Il milanese, di origini eoliane, Dargen D'Amico è un rapper/cantautore dal futuro luminoso. Sono celebri i suoi featuring per Club Dogo, Crookers, Fabri Fibra, Amari, Bugo, TwoFingerz, ma è apprezzato soprattutto per il suo percorso da solista: "Musica Senza Musicisti", "Di Vizi di Forma Virtù" ed ora “D’” in due parti su iTunes, il terzo album, che rappresenta un ulteriore passo in avanti nella sua scrittura, distante dai cliché dell'hip hop italiano, con un suono ricco di aperture elettroniche e carico di tensioni verso la canzone italiana classica.



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