domenica 17 ottobre 2010

INTERVISTA AD ANDREA F (DI RECENTE AL LAVORO CON VINICIO CAPOSSELA A RADIO CAPODISTRIA)




Vinicio Capossela ha sempre manifestato una forte simpatia per Trieste e per l’Est in generale. Tanto da scegliere lo studio Hendrix di Radio Capodistria, in Slovenia, per lavorare alla pre-produzione del suo nuovo album.
«Qui mi piace perché si trovano ancora le cose che in Italia non esistono più da anni», dice il cantante nei corridoi di Radio Capodistria, per ricordare poi molteplici concerti triestini, fino a quello al Rossetti a febbraio 2009 «Pieno di sorprese: alla fine avevo perfino chiuso il giornalista Paolo Rumiz dentro ad una gabbia sul palco!».
Capossela è venuto a Capodistria anche per lavorare con lo sloveno Andrea F, musicista, autore ed appassionato di musica. Negli anni 80, con la sua band (Idiogen: all’attivo tre album, usciti anche in Italia per Toast Records e Supporti Fonografici, ed in Gran Bretagna per Rough Trade) ha scoperto il fascino del lato tecnico del fare musica, dello studio di registrazione come strumento creativo. Da lì, è venuta poi la carriera di producer e la collaborazione con Radio e Tv Capodistria (come redattore musicale, conduttore, autore e regista di molte trasmissioni); oggi è anche su TV SLO 1, con il programma”Nlp” (di cui cura e conduce la parte musicale e live).


Andrea F- Foto ZIGA CULIBERG (RTV SLO)

Andrea, presentati.
«È un po' difficile autodefinirsi o, nel mio caso, fare un "riassunto imparziale" di cosa faccio. Diciamo che sono innanzitutto un musicista, autore ed appassionato di (varia) musica, e che negli anni 80, nel lavorare in studio con la mia band (Idiogen, abbiamo fatto tre album, usciti tra l'altro anche in Italia per Toast Records e Supporti Fonografici, ed in Gran Bretagna per Rough Trade) ho scoperto il fascino del lato tecnico del fare musica, dello studio di registrazione come strumento creativo, e di quella miriade di bottoni, luci, trucchi, regole e totale disrispetto delle regole che fanno nascere un buon disco, in studio. E da lì ho avuto prima la fortuna di venire notato e chiamato da altri gruppi ed artisti a fare per loro quella stessa piccola magia, e sono diventato un producer, ed in seguito la fortuna di venire invitato prima da Radio e poi da TV Capodistria a fare dei programmi musicali, e sono diventato redattore musicale, conduttore, autore e regista di molte trasmissioni, ho rappresentato l'emittente a Sanremo per penso 8 o 9 anni di fila, ho commentato 4 volte l'Eurofestival per TV Slovenia, i Grammy Awards, ed altre cose ancora. Tutto ciò mi ha dato il modo di scoprire e conoscere a fondo l'altro lato del mondo della musica e della discografia - quello cioè dove si consuma, ascolta, critica, recensisce e programma  ciò che i musicisti scrivono e creano in studio, il che è un grosso vantaggio nel lavoro di produzione con altri artisti perché ti da una veduta più completa ed una capacità maggiore di consigliarli. Detto questo, mi rendo sempre conto però che mi trovo meglio là dove la musica nasce - in studio, dietro al mixer di un bel concerto, o dietro ad una chitarra con una canzone nuova in testa».
Hai lavorato con Vinicio Capossela nello Studio Hendrix di Radio Capodistria. Com’è andata?
«È stato molto intenso ma anche stravagante e divertente, come sempre con Vinicio e con gli artisti veramente "artisti" del suo calibro. Insieme al suo produttore, Taketo Gohara, ed al suo arrangiatore, abbiamo fatto un lavorone di preproduzione del suo prosimo album, passando in rassegna ed al setaccio tutti i vari demo e testi, trovandone struttura e stesura definitive, e registrandone varie "takes" fino ad una per così dire definitiva, con una traccia di pianoforte o chitarra e voce che può fungere da fondamenta per la registrazione dell'album. Dovremmo ritrovarci per fare altrettanto con un paio di brani ancora rimasti, e poi forse per  delle session di alcuni degli strumenti per il disco, visto che l'intesa con tutto il team c'è, e soprattutto Vinicio a Capodistria si trova bene e si sente ispirato».
Che tipo è Capossela?
«Quando prima ho detto artisti veramente artisti mi riferivo appunto a quella natura estrosa, spesso bizzarra, ma sempre molto ispirata e fedele al loro ricchissimo mondo interiore che i grandi musicisti ed autori fortunatamente posseggono. Capossela in più ha le velleità ed il cuore di un vero poeta, con gli occhi e la capacità di stupirsi e di stupire di un bambino. È sempre molto bello lavorare con chi ha evidentemente talento a tonnellate. Ancora di più se poi la mattina prima di arrivare in studio si preoccupa di comperare burek o mirtilli per tutti, o se si finisce a mangiare a mezzanotte sulla costa del Quarnero con le chitarre in spalla ed un valigione di cartone pieno di testi, tastiere e computer in attesa di un traghetto che non arriva!».




Perché ha scelto proprio te?
«Bisognerebbe chiederlo a lui... ma penso che da una parte c’è il lato umano, perché ci siamo incontrati e presentati e conosciuti tante volte, anche in ruoli diversi, per qualche mia trasmissione TV e radio, e poi per lavorare di filigrana al suo pianoforte in studio (nel 2005 abbiamo registrato insieme e da soli quello che sarebbe poi diventato “Dove siamo rimasti a terra Nutless” sull’album “Ovunque Proteggi” del 2006), quindi oramai una certa fiducia ed amicizia esistono, e sa di poter contare sul mio lavoro tecnico e sul mio giudizio perchè ci si trova d'accordo su certi gusti e parametri».
E perché Radio Capodistria?
«A Capodistria so che gli piacciono varie cose, dalla location ad un passo dal mare alla relativa tranquillità del luogo o al cibo ed alcuni vini locali, oltre che lo studio che ha un fascino particolare, con tantissime apparecchiature vintage oggi rarissime accanto ad altre nuovissime ed ipertecnologiche, e con una sala di ripresa come quelle di una volta, grande, con l’acustica fatta dagli ingegneri americani della RCA negli anni 50 per farci suonare le big band, e con un bellissimo pianoforte a coda Steinway».
Andrea, il tuo nome nel mondo della musica è legato soprattutto a quello di Tinkara, ci sono novità dalla cantante di Capodistria?
«Sì, Tinkara è uno degli artisti con cui e per cui ho lavorato e lavoro di più, e che mi ha portato grandi soddisfazioni e successi sia come produttore che come coautore - dalle tante canzoni che riempiono le radio slovene e non soltanto, alle uscite degli album per la EMI in Italia, Spagna e Grecia,  o a esperienze indimenticabili tipo registrare e mixare il flauto di un mitico ospite (ed oggi un prezioso amico), Ian Anderson dei Jethro Tull, oppure passare delle folli giornate e serate con Robert Plant dei Led Zeppelin per finire a mixare la loro performance insieme in concerto!
Ora è uscito il suo "Best Of" per il mercato sloveno, per il quale ho prodotto e mixato anche i due brani inediti, uno dei quali scritto insieme. Quindi in attesa che maturino i tempi per un disco nuovo, con Tinkara ci sono molti progetti live - oltre ai concerti "regolari" per esempio abbiamo inventato "Blue 4 Blues", in cui lei e la band dividono il palco con Paul Millns, grande bluesman e cantautore pianista britannico, e con Paolo Bonfanti, Rudy Rotta, Tolo Marton e le rispettive band, a rotazione. Un omaggio al blues in cui in realtà nessuno suona blues standard, ma ciascuno fa sentire l'influenza blues nella propria musica. È uno spettacolo di 3 ore che prossimamente dovremmo portare anche in Italia».
Come prosegue il tuo lavoro in radio e TV?
«Direi bene, senza flessioni di sorta! Per Radio Capodistria, che a volte considero un po’ la mia "astronave madre", ho sempre i miei programmi musicali il lunedì e la domenica, con interviste e recensioni, ed ogni tanto nasce qualche bel progetto speciale di cui mi fa piacere essere parte, tipo i concerti per l'anniversario della radio con Eugenio Finardi.
Da un anno a questa parte sono stato invitato a diventare il responsabile musicale di "NLP", il programma-contenitore di intrattenimento la domenica su TV Slovenia 1, in diretta dalle 15 alle 18:30, ed è stato bello vedere come siamo riusciti a dare uno spazio maggiore e più "nobile" alla musica, passando dalle solite due battute più esibizione in playback a degli spazi con un quarto d'ora di intervista approfondita ed esibizioni tutte dal vivo, o ad uno spazio di presentazione per i gruppi nuovi, senza contratto discografico, che suonano musica propria, dal vivo, aperto a tutta la regione Alpe Adria, a cui hanno partecipato anche musicisti da Trieste e dalla Carinzia. Abbiamo ripreso il 19 settembre, ed ho già delle altre piccole idee e migliorie musicali in pentola».
Ci sono nuovi talenti in Slovenia? Al momento ne stai producendo qualcuno?
«La Slovenia, ad onor del vero, ha molti talenti musicali, ma anche troppa musica, o per meglio dire troppa facilità cercare il cosiddetto "successo" con la scusa della musica. E' un po' l'effetto trash dei talent show e dei media spazzatura, in cui conta più l'essere conosciuti che l'avere realmente qualcosa da dire, qualcosa per cui valga la pena conoscerti.
Perciò cerco sempre di essere molto selettivo, e costruttivamente critico.
Attualmente lavoro con i Notterdam, un gruppo rock della zona di Sezana, stiamo ultimando i loro primi 3 brani per un mini CD. Sono ragazzi serissimi e molto motivati, si sono già presi la loro bella dose di delusioni e fregature, e nel tempo hanno maturato una gran capacità compositiva unita ad un suono che si è gradualmente staccato dai troppi stereotipi ed ha spontaneamente acquisito delle caratteristiche proprie, riconoscibili.
Ecco, queste ultime due cose forse sono quello che mi fa dire che un artista mi interessa».
Che consigli puoi dare ai giovani che iniziano a suonare e sognano di vivere con la musica?
«Bellissima ed importantissima domanda! Direi di crederci... e di non credere. Nel senso che bisogna credere davvero in quello che si fa, si scrive, si suona - e, da esseri intelligenti o presunti tali, per crederci davvero bisogna prima sincerarsi di avere sia il talento che i contenuti, dunque le cose da dire e la capacità di dirle. Non credere invece a chi ti dice o ti "insegna" che tutto è in vendita, che se paghi ti si aprono tutte le porte, che l'importante è farsi notare a qualunque costo, che basta apparire, che devi guardare a cosa fanno gli altri o a cosa "va di più" per capire dove andare a pescare il successo.
Piuttosto che cercare il commercialista, il manager, l'aggancio o il "furbo", chi ha serie intenzioni e passioni in musica farebbe meglio a cercare la buona vecchia ispirazione - quella si nota, e quella rimane».

Andrea F (Foto MARKO ZIGON)

INTERVISTA REALIZZATA DA RICKY ED ELISA RUSSO
USCITA IN PARTE SUL PICCOLO DEL 16 OTTOBRE 2010

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