Domenica 28 agosto, alle 20, in Piazzetta Urban (a due passi da Piazza Unità), il cantautore indie-folk Francesco Candura, titolare del progetto Stop The Wheel, conclude un breve tour estivo e presenta un nuovo EP di 4 brani: «What What What» (Madcap Collective), registrato dal vivo a Radio Capodistria nello Studio Hendrix (Gennaio 2011).
Nato a Catania ma triestino d’adozione, Candura è stato il bassista dei Jennifer Gentle (su Sub Pop Records, Seattle), con i quali ha registrato e suonato in tre continenti. Ha fatto parte della band live di Beatrice Antolini.
È stato fondatore dei Cecil Demile. Ha composto ed eseguito musiche per opere teatrali e radiodrammi. Collabora con Rivulets (Bloomington, USA): «E' appena uscito in tutto il mondo, su Important Records, il nuovo disco di Rivulets, chiamato senza mezzi termini "We're Fucked", e lui è stato così pazzo da voler far registrare le parti di basso a me» commenta Candura. Dal 2005 gli Stop The Wheel (stopthewheel.bandcamp.com) sono diventati una priorità: due album, tour in Italia e all’estero ed una sessione live alla BBC a Manchester.
Chi sono i musicisti che l’accompagnano? «Sull'ultimo EP “What What What” mi hanno accompagnato i bravissimi Massimo Tunin, con cui suono ormai da dieci anni, e Matteo "Zecca" Zecchini – racconta Candura -, ed abbiamo registrato tutto live, nella stessa stanza, a pochi centimetri l'uno dall'altro. In Piazzetta Urban sarò in duo con Maruška Kapić che mi darà un prezioso aiuto con le parti vocali, e non si escludono degli ospiti a sorpresa».
Quanto sono state importanti le esperienze con i Jennifer Gentle, Beatrice Antolini e Rivulets? «Direi fondamentali per la mia crescita personale ed artistica: esperienze che proseguivano parallelamente alla carriera solista, e mi facevano capire quanto c'era da imparare da questi amici, che sono anche dei grandi professionisti e dei talenti straordinari».
Quali sono i suoi principali punti di riferimento? «La risposta più semplice e banale, ma anche quella più vera, è che ascolto cose molto diverse. Apprezzo tanto gli artisti che, a scapito di suonare musica apparentemente "semplice", riescono a comunicare una forte emotività. Nel mio iPod c’è tanta roba così, come gli Avett Brothers dal North Carolina, ma anche molti dischi dei Melvins. Riferimenti extra musicali? Chiunque faccia le cose con sincerità e spontaneità senza secondi fini, che sia arte o no. Amo Bergman e Salinger».
Lei è molto stimato e rispettato a Trieste: dopo essere stato il direttore artistico di Radio Fragola, da settembre lavorerà per Etnoblog. Che opinione ha della scena musicale triestina?
«Mi piacciono tantissimo AbbaZabba e Toni Bruna, che anche se conosco e seguo da anni mi sorprendono sempre ad ogni mossa. Sono i miei preferiti. Ma è vero quando dicono che a Trieste la media è piuttosto alta. A questo proposito vorrei citare, senza nominarlo, un jazzista del goriziano che ogni volta che è in trasferta qui sostiene: "Xe ben Trieste, xe ben!"».
Ricky Russo, IL PICCOLO 28 AGOSTO 2011
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